Le pietre erano sei
Nel mare oggi ho raccolto
le mie pietre verità.
In tutto erano sei
ma non chiedere perché.
La prima senza forma
era una verità per tutti
capace di giocare
con il senso e con la vita.
La seconda lunga e stretta
aveva due colori e doppia realtà.
La forma confermava la sua capacità
di entrare in tutta fretta ma non essere mai là.
La terza tondeggiante cambiava direzione
con il vento e con le onde senza fermarsi mai.
La forma dava fiducia ma il muoversi costante
rendeva i suoi contorni sbiaditi nella mente.
La quarta era quadrata dal tono spigoloso
dai colori troppo forti e dai toni molto densi.
Non grande ma ingombrante
non vera ma reale
perdeva tutto il fascino
del sentirsi pietra fatale.
La quinta era malconcia
più punte che pianure
difficile tenere
ma semplice capire.
La sofferenza in vista
le punte, una conquista per vivere il domani.
L’ultima pietra invece
una forma ce l’aveva,
la forma, quella “a cuore”
che il caso aveva dato.
Entrava in una mano
come tutto ciò che ha vita
entrava con il suono
ma senza far rumore.
Non era la sua forma, non era il suo colore
ma era la sua firma che scriveva col calore.